Archivio Storico 2011-2017

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Le polpette di Eraclito

30 Novembre 2012
ossia l’insegnamento delle famiglie numerose
“(…) E che diavolo vi vien voglia di saper tante cose, quando siete sposo, e dovete aver tutt’altro per la testa? e con davanti quelle polpette, che farebbero resuscitare un morto? – Così dicendo, se ne tornò in cucina”.
(Manzoni, i Promessi Sposi, cap. VII)

La civiltà dello spreco, ecco quello che siamo diventati. Spreco alimentare, in primis, e non bastano le giornate delle collette alimentari – peraltro lodevolissime negli intenti – per rivoltarci le coscienze come dei calzini. Del resto è in bella mostra un po’ dappertutto – blog, televisione, siti di cucina - come la tavola di casa rifletta lo stile di vita patinato che spesso conduciamo a volte (tante volte) sopra le nostre possibilità: pare che non si possa più vivere senza andare a cercare l’ingrediente inusuale, che non si possa più fare un risotto alla parmigiana, che tutti i giorni in tavola debba comparire la curiosità, per non parlare del fatto che guai a permettersi di propinare in tavola la stessa cosa del giorno prima: non sia mai che nostro figlio vada a riportarlo agli amici o peggio alle maestre a scuola, e che magari lo bollino come un figlio trascurato, un piccolo bisognoso.

Cosa manca per completare il quadro? La cucina salutista, l’attenzione al biologico e, dulcis in fundo, l’obesità infantile, ecco, ci mancherebbe altro che non tenessimo conto di questi spauracchi che pesano come una spada di Damocle sulla famiglia moderna più del ventisette (evidentemente), del mutuo o del lavoro che non c’è. In una prospettiva del genere, dove bisogna dimostrare, genitori e figli, di essere sempre all’altezza della situazione, lustri, “fisicati” e profumati nonché attenti alle tendenze del gusto, dove manca il tempo persino di salutarsi prima di mettersi a tavola, ci manca solo sedersi davanti ad un piatto di polpette fatte con gli avanzi dei giorni precedenti. Piuttosto, ci mettiamo a dieta: fa più fine.

C’era un vecchio adagio di mia nonna, milanesona, che suonava così: “Putost che roba vansa, crepa pansa”. In casa mia, sarà che siamo in otto, sarà che forse le famiglie numerose sono meno sprecone di quel che comunemente e mediaticamente si vuole dare a pensare, ma questo detto è ben scolpito nella testa dal primo all’ultimo commensale. Si sa in partenza che la mamma, che è di cose semplici, di offerte e di grandi quantità, ricicla tutto quello che è possibile ed immaginabile, fosse anche una torta: ed è sempre una festa immaginare in cosa si trasformerà il pollo avanzato la sera prima. Perché il cibo è sacro e non si spreca, perché c’è gente e ci sono soprattutto bambini che non hanno da mangiare, e perché in una civiltà senza nulla da riciclare non c’è poesia e nemmeno filosofia. E lo diceva prima Eraclito del Manzoni, se proprio vogliamo sottilizzare.

Polpette di torta

Servono:

qualche fetta di torta rigorosamente possa
due o tre cucchiai di marmellata a piacere (naturalmente, avanzata)
quella tavoletta di cioccolato fondente, o quei cioccolatini, ma proprio quelli, che non piacciono a nessuno
(facoltativo) cacao amaro in un piattino, oppure codette o momperiglie o granella di noci, nocciole, mandorle…

Fate sbriciolare la torta avanzata ai vostri figli; aggiungete quella poca marmellata che serve per ottenere un impasto piuttosto sodo da cui i bambini ricaveranno le polpette (i bambini adorano fare le polpette!). La mamma nel frattempo fonde in un pentolino il cioccolato e prepara due piattini, uno per pucciare nel cioccolato fuso le palline di impasto, aiutandosi con due cucchiai, e l’altro per rivoltarle nel cacao amaro (sempre se piace: l’effetto finale, però, è bellissimo) o quel che più piace. Vanno messe in frigorifero a riposare per qualche ora. A Natale potete farle anche col panettone! Scommettiamo che non ne avanzano?
primi sui motori con e-max.it
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