Archivio Storico 2011-2017

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La comida ecuadoriana

25 Novembre 2011
Dal porcellino d'India al gnocco fritto
La Comida è un aspetto fondamentale della cultura di un paese, per questo quando ci si reca in un paese straniero ritengo che ignorarla per diffidenza,o per eccessivo attaccamento alle proprie abitudini alimentari significhi rifiutare di aprirsi a nuove esperienze gustative che sono invece parte integrante del viaggio.
La cucina ecuadoriana in origine è davvero molto varia, ma la realtà quotidiana è ben diversa, gli ecuadoriani mangiano... quello che c'è.
Io personalmente, durante il mio viaggio ho preferito i vivaci bar e i tipici Comedores (piccoli tradizionali ristorantini) agli sterili e freddi ristoranti degli hotel, inoltre a causa della crisi molte disoccupate hanno messo a frutto il loro talento culinario per aprire dei minuscoli ristoranti, o hanno arrangiato, nel vero senso della parola, dei baracchini per la strada non proprio lindi, ma dove è possibile provare le vere specialità ecuadoriane. Anche se spesso alla sola vista si inorridisce, in quanto siamo abituati a ben altri canoni di igiene, ma se proprio si vuole togliersi questo sfizio, è bene farlo, non si morirà certo per questo!
A Quito è possibile trovare varietà culinarie di tutta la nazione. Il pasto tradizionale è a base di riso e patate, con carne. La cucina 'criolla', ovvero india della Sierra a base di manioca, carne per lo più bollita, lenticchie e patate, di quest'ultime se ne possono trovare ben 500 qualità. Ecco alcune specialità: Tamales, piccoli pani di grano cotti al vapore farciti con pollo o maiale; Lliapingachos, frittata di patate e formaggio; Cuy, porcellino d'India arrosto (il tipico cuy chactao non è un piatto per tutti...), Aguado, minestra con carne; Fanesca, zuppa che si prepara a Pasqua a base di legumi e pesce; Locro, minestrone con patate.

Piatti di carne:
La passione per la carne è una costante negli altipiani andini. I più gettonati sono i piatti a base di pollo, accompagnati con le immancabili patatine fritte. Il pollo può essere servito a la brasa, dorado o chicharron, in quest'ultimo caso si tratta di una saporita e ipercalorica frittura nello strutto.
Molto comune anche il piatto di lomo salado, pezzetti di carne di manzo o di vitello in padella con pomodori, cipolle e spezie varie.
In alcuni ristoranti è possibile assaggiare il cordero (agnello) e il chancho (maiale), quest'ultimo lo si trova spesso nei mercati cucinato allo spiedo, tipo la nostra porchetta, con la pelle deliziosamente croccante e la carne morbidissima. Molto folcloristico è il modo in cui le venditrici, spesso di grossa taglia, adescano il cliente, è praticamente impossibile di fronte alla loro simpatia non assaggiare una porzione di maiale arrosto, qualsiasi ora della giornata sia.
In Ecuador, ma anche in altri stati confinanti è possibile mangiare il cuy chactao, un enorme criceto servito allo spiedo croccante. Pare che sia buono, e sottolineo PARE.

Il brodino della nonna indigena:
In Ecuador vanno pazzi per la yagualocro, una zuppa a base di patate e sangue di agnello, e per il caldo de pata, un brodino dove galleggiano striscioline di mammella di mucca.
Altra zuppa molto amata è la sopa di quinua, il cereale sacro agli Inca.
Molto comune tra gli indigeni è il caldo de patas, un brodo di zampe di maiale che spesso risulta indigesto agli stomaci dei turisti.
Spesso nelle zuppe si fa abuso di coriandolo e per i non amanti di questa spezia può diventare davvero difficile sopportarne l'intenso sapore.

Cucina di mare:
Il mare dell'Ecuador è ricco di buon pesce e, sulla costa, è facile trovare ristoranti con menù a base di aragoste e gamberoni a prezzi accessibilissimi.
Nella provincia di Esmeralda, il pesce si prepara encochado, ovvero stufato nel latte di cocco.
Fra i piatti a base di pesce è molto rinomato il ceviche, che si prepara mettendo a marinare il pesce o gamberi, calamari e molluschi in succo di limone e si serve con mais arrostito, salsa di pomodoro, e peperoncino. Il pesce più famoso è la corvina (Branzino) che può essere fritta o alla plancha (piastra), di solito molto buona e gustosa.

La frutta:
in Ecuador di frutta ce n'è talmente tanta da avere solo l'imbarazzo della scelta, probabilmente in un mese e cambiando tipo di frutta tutti i giorni non si riuscirà ad assaggiarla tutta.
Se la Banana (Platano), l'ananas, il kiwi, l'avocado sono già noti come frutta esotica, non si può non menzionare la deliziosa Chirimoya o la canna da zucchero, o la Granadilla o la Maracuya, insomma la scelta è infinita. Il modo migliore per apprezzare queste squisitezze è bere il Jugo, (succo di frutta). Il succo di frutta, nonostante tra i locali coca cola e bevande occidentali siano già di discreto consumo, resta ancora la bevanda preferita dagli ecuadoriani, e sinceramente non si può dargli torto. La Licuadora (frullatore) è l'unico elettrodomestico che non può mancare in casa di un vero ecuadoriano. Il Jugo può essere senz'acqua o sottoforma di Batido con il latte. Nelle zone andine è possibile trovarlo allungato con il ghiaccio recuperato dai ghiacciai. Ogni giorno arriva l'uomo del ghiaccio, un ragazzino che porta sulle spalle enormi blocchi di ghiaccio che vengono poi messi in bella mostra su un letto di fieno davanti al baracchino che vende il Jugo. Se il ghiaccio arriva davvero dai ghiacciai delle Ande sinceramente resta un mistero, certo che non è né pulito né privo di incrostazioni strane. Io ho sempre optato per il Jugo Nature, senza latte e soprattutto senza ghiaccio.
Esistono locali specializzati, le Juguerias, ma ogni bar o ristorante lo propongono, il costo è irrisorio ma l'effetto è assolutamente benefico.
Con tanta frutta impossibile non trovare nei mercati andini dell'ottimo miele non raffinato.

Le Banane:
a chi ha avuto la fortuna, o la sfortuna, di provare le banane ecuadoriane risulterà poi, una volta tornato a casa, quasi impossibile mangiare banane, ma non per una forma di nausea cronica, ma al contrario perché non c'è confronto con le banane consumate in loco e quelle esportate. Innanzitutto perchè in Ecuador la banana la si stacca dalla pianta e la si consuma, quindi non è soggetta ai processi imposti dalle leggi dell'importazione, poi perchè è possibile assaggiarne svariati tipi, è possibile gustare il guineo, deliziosamente succoso, servito spesso come postre (dolce), o il platano verde, servito fritto e se siete fortunati irrorato e fiammeggiato con il rhum, o il maduro, che viene bollito e servito come accompagnamento alla carne, o il chiffle che è lo snack nazionale, sottili fettine di banana fritta.
Insomma una volta tornati in Italia ci si sente un po' limitati nel consumare questo frutto.

Il caffè:
Il caffè è solitamente contenuto in una boccetta e superconcentrato e deve essere diluito con dell'acqua bollente o del latte serviti a parte, purtroppo le multinazionali del caffè solubile si stanno imponendo anche sul mercato dell'Ecuador per cui meglio specificare: no soluble. Nei bar spesso in alternativa alla colazione all' americana offrono il loro caffè con Humitas, l'umita è un'ottima semola di mais dolce, cotto a vapore e avvolto in una foglia di pannocchia.
Gli ecuadoriani solitamente bevono solo alla fine del pasto, raramente la birra o l'acqua sono inclusi nei menù. Il vino importato dal Cile e dall'Argentina è raro e molto caro. In alcune occasioni si beve la Chicha (cicia), manioca masticata, risputata e lasciata fermentare con la saliva. Non so dirvi come possa essere in quanto il mio stomaco e la mia mente si sono categoricamente rifiutati di assaggiarla.

Per finire la bevanda degli sciamani:
Lo sciamanesimo è profondamente radicato in tutta la cultura amazzonica. Gli sciamani sono considerati i depositari del bagaglio di leggende e credenze che vengono tramandate oralmente da uno sciamano all'altro. Conoscono tutte le proprietà curative delle piante e guariscono attraverso magici rituali somministrando medicine naturali. Ogni nazione ha le sue credenze e i sui rituali ma tutti indistintamente fanno uso dell'ayahuasca 'vino dell'anima'
Si tratta di un potente infuso allucinogeno ottenuto dalla lunga cottura di varie piante della selva amazzonica. Gli sciamani ne fanno largo uso per avvicinarsi all'essere supremo. Inizialmente questo vino dell'anima provoca nausea ma col tempo lo sciamano riesce a controllarne gli effetti fino a poterla bere in qualsiasi momento e occasione. Gli indigeni considerano l'ayahuasca una bevanda magica e ci tengono a sottolineare che si tratta di un infuso assolutamente naturale che possono consumare anche vecchi e bambini che non ha niente a che vedere con le droghe sintetiche manipolate dall'uomo.

Una curiosità: sulla strada dei vulcani andini spesso si trovano delle giovani signore indigene che friggono sul momento della pasta e a sorpresa ho scoperto che si tratta di un gnocco fritto esattamente come quello che noi emiliani siamo abituati a mangiare farcito di prosciutto o salame. In Ecuador è invece fritto e cosparso di zucchero, vi garantisco che si tratta di una vera leccornia, provare per credere.

Nota del Direttore: L'autrice ha allegato anche la fotografia del porcellino d'India cucinato, ma non me la sono sentita di pubblicarlo. Me ne assumo la piena responsabilità.
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