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Il rosmarino, l’arbusto della leggenda...

15 Gennaio 2014
storia e usi della rugiada del mare
Una delle prime testimonianze accertate sull’uso di questa specie arbustiva da parte dell’uomo è stata ritrovata in una tomba egiziana, dove un rametto di rosmarino, quasi perfettamente conservato, era custodito in un pregiato cofanetto in marmo ed avorio, accanto alla mummia, a prova del suo prestigio nella vita del popolo che viveva sulle rive del Grande Fiume.

In Egitto infatti, questa pianta della famiglia delle labiate era uno degli ingredienti principali per la preparazione degli oli d’imbalsamazione dei defunti, procedura indispensabile per garantire all’anima la rinascita nel regno dei morti, ed era di conseguenza tenuta in grande considerazione.

Il rosmarino era anche detto “l’erba del ricordo”, poiché una delle proprietà di questa pianta è di migliorare le capacità mnemoniche e di rinfrancare lo spirito, grazie alla presenza di sostanze blandamente psicoattive, e la tradizione egizia gli attribuiva quindi la capacità di conservare nei trapassati la memoria dei loro cari rimasti ancora sulla terra, confortando il loro viaggio verso l’aldilà.

Altro popolo presso il quale il rosmarino godeva di grande fama erano i romani, presso i quali si credeva che fosse nato dalle lacrime del dio Nettuno.
Si narrava infatti che la sposa del dio del mare, la ninfa Anfitrite, un giorno fuggì sulla terra, stanca delle intemperanze del marito, che oltre ad avere un carattere estremamente collerico non disdegnava, come il fratello Giove, qualche capatina sulla terraferma per sedurre le mortali.
Nettuno, disperato, emerse dal mare e vagò a lungo per cercarla, e le sue lacrime, cadute sulla sabbia, fecero nascere questa pianta.
Al momento della riappacificazione tra le due divinità, il rosmarino fiorì, conservando per sempre la memoria della pace ritrovata.

Come accade per l’Egitto, anche questa leggenda ha un fondo di verità, perché sembra sia legata al fatto che spesso il rosmarino cresce nelle zone salmastre, in terreni sabbiosi e poco drenati.
Il termine romano lo definisce infatti “ros maris”, che si traduce letteralmente in “rugiada del mare”.
Utilizzato da tempo immemore in campo officinale, il rosmarino è stimolante ed è utile nei casi di debolezza e spossatezza dovute a situazioni di stress fisico ed emotivo.

Grazie alla sua ricchezza in oli essenziali, tra cui il canforene (dalle blande proprietà psicoattive), il limonene e il pinene, il rosmarino è antisettico, con un effetto positivo sugli stati influenzali e febbrili, e con un deciso potere calmante su asma e tosse.
Usato per applicazioni esterne il rosmarino è utilissimo come analgesico e antinevralgico, infatti la tintura calma il mal di denti, mentre le frizioni con l’olio essenziale o con il distillato alcolico attenuano il mal di testa.

Sempre rimanendo nel campo delle applicazioni esterne, gli impacchi ed i cataplasmi ottenuti scaldando nell’olio d’oliva le foglie tritate sono efficaci contro slogature, distorsioni e contusioni.
Ad oggi, naturalmente, il maggiore utilizzo del rosmarino avviene in cucina, e sono molti infatti i piatti che vengono aromatizzati con quest’erba.

Anche questo utilizzo ha naturalmente un risvolto salutistico, poichè tra le sue molteplici proprietà il rosmarino conta anche quella di facilitare la digestione, la produzione della bile e di prevenire l’ulcera da stress.
Da qui si intuisce il motivo per il quale viene largamente utilizzato in ambito gastronomico, infatti, basta la sua presenza per rendere qualsiasi piatto più digeribile e per ridurre od evitare l’uso del sale, con indubbi benefici per la salute delle nostre arterie.
Recenti ricerche hanno dimostrato che il rosmarino contiene molte sostanze antiossidanti, pertanto il suo utilizzo abituale è utile al buon mantenimento della salute psicofisica in generale e a ritardare l’invecchiamento cellulare.

Negli ultimi anni il rosmarino è arrivato anche nel mondo della cosmesi.
Il suo distillato, vaporizzato sulla pelle, previene e attenua le rughe.
Utilizzato negli shampoo, il rosmarino rinforza i capelli e combatte l’eccesso di sebo nel cuoio capelluto, restituendo lucidità ai capelli opachi o grassi.

L’associazione tra rosmarino, bellezza e lunga vita non è comunque cosa nuova, infatti la famosa “Acqua della Regina d’Ungheria”, nota sin dal 1330, altro non era che un infuso molto concentrato di rosmarino.
A causa dell’elevata concentrazione di oli essenziali, un uso eccessivo del rosmarino o dei suoi derivati fitoterapici può causare intossicazione, pertanto si consiglia di non eccedere mai nelle dosi consigliate e di limitarne l’utilizzo in caso di gravidanza.

Se decidete di utilizzare quest’erba officinale per la vostra farmacia domestica, oltre che per le preparazioni gastronomiche, acquistatelo in negozi degni di fiducia che possano garantirvi che la pianta arrivi da coltivazioni non irrorate da pesticidi.
La cosa migliore comunque, soprattutto per uso fitoterapico, sarebbe coltivare il rosmarino in giardino o sul terrazzo, perché è una pianta che non dà problemi particolari, è molto resistente, non ha bisogno di innaffiature frequenti e l’unica cosa che richiede è un terreno sabbioso e ben drenato, onde evitare marcescenze alle radici, cosa che potrete facilmente ottenere mischiando una piccola quantità di sabbia (possibilmente di spiaggia) al normale terriccio reperibile nei negozi specializzati.

Sia che il rosmarino provenga dalla vostra coltivazione personale, sia che venga acquistato dal fruttivendolo o dall’erboristeria, ricordate di usarlo sempre fresco e possibilmente non fiorito.
La pianta essiccata infatti perde circa la metà dei suoi principi attivi, mentre le cime fiorite sono meno attive a causa della fioritura stessa.
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