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Geografia, liquirizia e realtà imprenditoriale nell’Alto Ionio cosentino

29 Ottobre 2013
Il Museo della Liquirizia Amarelli di Rossano
Rossano è un comune dell’Alto Ionio cosentino collocato in una felice posizione territoriale tra la piana di Sibari, la Sila e la costa ionica.
Città dalle antiche origini – si presume, infatti, che sia stata fondata dagli Enotriintorno al XI secolo a.C. – ha sviluppato nel corso del tempo un’economia rurale (pur abbinata, negli ultimi decenni, alboom dell’edilizia a servizio del turismo basato sulle seconde case) che ruota attorno all’agricoltura e alla produzione di olio extravergine di oliva, alla pesca, ai prodotti lattiero – caseari e alla produzione di liquirizia.

La liquirizia (Glycyrrhiza glabra) è una specie perenne nota fin dall’antichità. Secondo l’Enciclopedia britannica la migliore è proprio quella che cresce spontanea lungo la costa ionica poiché le caratteristiche microclimatiche esaltano il contenuto di glicirizzina, il principio attivo che conferisce sapore e dolcezza al succo di liquirizia. Un tempo veniva estirpata poiché veniva considerata un danno per le coltivazioni locali (prevalentemente uliveti e agrumeti), ma la famiglia Amarelli ha saputo far diventare la liquirizia una risorsa produttiva sin dal 1731 quando, uno dei capostipiti della famiglia, ebbe l’intuito di iniziare la produzione artigianale di qualità della liquirizia.

E grazie a questo felice connubio tra la tradizione delle metodiche produttive di qualità e l’innovazione nel design, nel contenuto di marketing e di pubblicità, che oggi Amarelli è leader mondiale nella vendita della liquirizia. Il confronto tra tradizione e innovazione si diluisce e diventa oggetto di un dibattito più ampio che coinvolge lo sviluppo turistico e territoriale se si guarda al complesso dei valori e delle eccellenze locali che pongono in gioco la realtà del passato e quanto vi è di moderno in un modello di turismo rurale e sostenibile.

Alla ricerca di un possibile equilibrio e continuità tra tradizione e innovazione l’antica fabbrica Amarelli ha inaugurato un museo che ripercorre le tappe della produzione e la storia rurale della famiglia. Il Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli è l’esempio forse più integrale di come una risorsa naturale, un prodotto tipico locale diventi protagonista del museo stesso e così emblema di un intero territorio.
Il potenziale turistico del museo, poi, si giustifica proprio per l’inserimento in un contesto territoriale tra mare ed entroterra di un patrimonio culturale industriale senza eguali che racconta la storia imprenditoriale di una famiglia. Nel Museo della Liquirizia Amarelli si sviluppa un’interazione tra elementi naturali, economici e territoriali alimentata anche grazie ad un ambito paesaggistico di eccezionale valore fatto di colline che gradualmente scendono verso il mare.

La grande protagonista è la liquirizia, risorsa da valorizzare per lo sviluppo economico: questa radice diventa elemento di attrazione turistica (il museo accoglie circa 40.000 visite all’anno); è prodotto della terra ad alta capacità evocativa, veicolo di promozione delle produzioni artigianali locali. La liquirizia è una produzione alimentare di qualità, fortemente legata a questo territorio, sia in riferimento alle caratteristiche pedoclimatiche dei luoghi sia riguardo alle conoscenze locali, ed è, in chiave museale un’opportunità di sviluppo economico.
Un prodotto alimentare tipico, quindi, che è riuscito ad imprimere sul paesaggio agrario e culturale un segno tangibile tanto da renderlo facilmente riconoscibile per cui la vocazione territoriale ed identitaria di Rossano è immediatamente associata alla liquirizia. E il Museo “Giorgio Amarelli” è ricomposizione integrata del territorio rossanese, delle modificazioni culturali, sociali, economiche e ambientali che qui sono avvenute nel corso dei secoli.

Attraverso una visita al museo si comprende perché si è arrivati a quel prodotto tipico, a quella metodica di produzione e trasformazione della liquirizia e, dunque, a questa tradizione gastronomica che oggi è il risultato della resistenza a quella impostazione industriale che ha provveduto ad un’omologazione delle produzioni e delle tecniche produttive subordinandole alle esigenze di un mercato interessato prevalentemente alle produzioni di massa.
Il Museo è ospitato nella antica residenza rurale degli Amarelli e in diversi ambienti ripercorre le tappe più antiche della produzione artigianale della liquirizia. Ampio spazio è dedicato anche ai procedimenti per estrarre il succo di liquirizia e al repertorio di documenti, libri, foto d’epoca, oggetti rurali e persino abiti che raccontano la storia di una famiglia indissolubilmente legata, da più generazioni alla liquirizia. Nella seconda sala, il museo racconta le trasformazioni produttive e conseguentemente commerciali effetto dell’introduzione dell’energia elettrica nel ciclo produttivo. È possibile prenotare gratuitamente una visita con guida.

All’interno è presente uno shop point dove, oltre alle spezzatine e alle favette è possibile acquistare dentifricio, bagnoschiuma e shampoo alla liquirizia.
All’esterno il territorio circostante l’antica dimora Amarelli diventa open museum in cui tempo, spazio e civiltà rurale si fondono in un equilibrio unico ed irripetibile.
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