Archivio Storico 2011-2017

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Eataly Roma

14 Settembre 2013
Alti cibi in città
Come vi avevo promesso tempo fa, e precisamente dopo l’intervista alla loro addetta stampa, eccomi tornare a parlare di Eataly, questa filiale del paese dei Balocchi che ha sedi a Roma così come in altre città italiane (ultima, in ordine di apertura, Bari) e anche all’estero (New York e una dozzina in Giappone).

Che fosse per curiosità o per far conoscere un punto d’interesse della gastronomia romana ad amici turisti, per mangiare o per far dei regali, fatto è che sono stata più di una decine di volte da Eataly e posso dirvi di conoscerlo bene, di averne studiato ogni scaffale, di aver fatto acquisti d’impulso, acquisti ragionati o acquisti sbagliati, di aver assaggiato fritti, pizza, panini e poi granite, gelati e caffè e sicuramente di aver ancora tanto da assaporare.

Da Eataly si va per vari motivi, non solamente quelli che vi ho appena elencato. Si va perché qui l’aperitivo ha quel qualcosa in più dato dalla location e dal respirare cultura gastronomica a pieni polmoni, perché si studia e si cucina (molti i corsi e le iniziative interessanti proposti ogni mese per adulti bambini e pensionati), si assiste a congressi e si ha a disposizione l’eccellenza del gusto italico tutto stipato in un’unica affascinante struttura qual è l’ex Air Teminal Ostiense.

Il consiglio – potendo – è di andarci nelle mattinate dei giorni feriali, quando il mare di persone che l’affolla nel week end è in altre faccende affaccendato (leggi “a lavoro”) e così risulta più agevole e sicuramente più piacevole poter girare tra gli scaffali, un piano dopo l’altro, magari fermandosi a guardare come si preparano il pane o la birra o la mozzarella, sbirciando dalle grandi pareti a vetro dei laboratori. Ottima idea anche una cena, sempre nel feriale se volete godervela appieno senza le file e il caos che un luogo di successo si porta inevitabilmente dietro, in uno dei tanti ristoranti tematici che affollano i piani e che vanno dalla piadineria, ai panini a prova di chef di “Ino il panino” entrambi al piano terra e dal ristorante della pasta a quello a tutta carne del primo e secondo piano, solo per farvi degli esempi.

In qualunque momento e per qualunque motivo vi ci rechiate, appena entrati troverete di fronte a voi le casse e dei simpatici carrellini verdi per un’eventuale spesa. Non fate l’errore di lasciarli lì, perché tanto – tempo 20 minuti – tornerete indietro a prenderne uno, con le braccia colme di merce, imprecando mentalmente per non averci pensato prima. Subito a sinistra poi, la libreria, totalmente a tema food, dove campeggia la frase di Asimov “La prima legge della dietetica: se ha un buon sapore, non è per te” e dov’è possibile acquistare tutti i libri degli chef del momento, illustrati o meno, manuali di cucina e Bignami del gusto.

Volendo fare un veloce tour merceologico posso dirvi che qui da Eataly potrete acquistare prodotti alimentari di ogni genere, partendo da quelli da forno (biscotti e pani regionali), passando per la pasta secca (la Gragnano domina sovrana), acque, bibite (dalle Lurisia con un elenco ingredienti di tutto rispetto alle Baladin che gli tengono testa egregiamente) succhi di frutta (tra tutti i TVB, miei preferiti, senza conservanti e coloranti, solo 100% di frutta frullata) poi condimenti vari, vini, cioccolato, sottoli e sottaceti, caramelle e liquirizie (Amarelli e Leone tanto per fare dei nomi, con una varietà di gusti tutti da provare) caffè, tè, infusi e potrei continuare ma mi fermo, perché starà a voi, curiosi, scoprire tutto il meglio che c’è.

A fianco dei prodotti confezionati troverete anche tanti prodotti freschi come le paste (meravigliose), i salumi, i formaggi, le carni e poi la pescheria - un po’ cara, ad esser onesti ma con un’interessante selezione di crudi. E che dire poi della pasticceria che vende le opere di Luca Montersino (e se non sapete chi sia basta fare dietrofront e andare a sbirciare uno qualsiasi dei suoi libri venduti nella libreria di cui sopra) o della gelateria Lait e della cioccolateria/gelateria Venchi?

Un luogo magico che rapirà i vostri sensi e dove - a forza di passarci del tempo - diventerà per voi normale che la salsa di pomodoro sia venduta in bottiglie magnum come quelle dello champagne, o che le pere siano delle regine (le Angélys) e abbiano la cera lacca non si sà se a suggello del loro picciolo o per giustificare in modo originale il loro prezzo fuori misura, dove l’angolo di frutta e ortaggi è più curato delle gioiellerie che affollano i centri commerciali e dove, per bere “acqua liscia”, dovete procedere con un attento studio delle alternative il che non è proprio un gioco da ragazzi.

Eataly forse non è tutta sostanza, forse c’è anche della fuffa dietro, è moda e mania e forse c’è veramente bisogno di avere un libretto per le istruzioni prima di entrarci, per non perdersi dietro le luci della nuova passione degli italiani, la cucina e tutto ciò che le ruota intorno; che poi, visti i tempi di profonda crisi economica è quasi un’ossessione ossimora quella che stiamo vivendo in questo Paese, ma tant’è, e allora prima tra tutte consiglio di leggere le etichette, di soppesare pregi e difetti, di andare oltre i nomi e i prezzi e valutare le reali curiosità, i reali interessi che vi spingono ad acquistare questo o quel prodotto, a provare questo o quel ristorante tematico, perché se è vero che una pizza qui può costare più che altrove, è anche vero – parola mia – che vale più che altrove, perché è lievitata come Dio comanda impastata e poi condita con prodotti di tutto rispetto che la rendono gustosa; purtroppo accade anche il contrario, accade di cenare alla Friggitoria con il Gran Fritto Reale (per due) da 40 euro e vedersi recapitare in ordine, le peggiori crocchette di patate mai assaggiate, qualche gamberetto mini, degli anelli di totano anonimi e un fritto di paranza a ristabilire le proporzioni (oltre ad essere – com’è risaputo, il meno costoso).

Può anche succedere di andare da Lait e assaggiare, a fianco del miglior gelato gusto fiordilatte mai provato, così pannoso, lattoso e squisitoso (come direbbe Adam Richman) una pessima granita al melone, pessima perché il succo centrifugato del melone che viene aggiunto al ghiaccio, capita che abbia il sapore pessimo del melone andato troppo avanti con la maturazione, e questo rovini – inevitabilmente – l’intera granita e per questo mi chiedo, ma a riprova dell’artigianalità del tutto, assaggiare preventivamente i meloni no eh?!

Ed ora per voi una mia rivisitazione della strofa della poesia dell’Anello, risalente al libro più noto di Tolkien, vademecum per cavalcare l’onda Eataly e non farsene travolgere.

Nella Terra del Gusto, dove l'Ombra dell’eccesso scende.
Una volta per provarlo, una volta per capirlo,
Una volta per gustarlo e dal buio poi carpirlo.
primi sui motori con e-max.it
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