Il fluoro è presente in tracce in quasi tutti i tessuti umani ma in particolar modo nello scheletro e nei denti, sotto forma di composti definiti fluoruri.

Il fluoro favorisce assieme alla vitamina D il fissaggio del calcio sulle ossa, fortificandole, inoltre un corretto apporto di questo minerale riduce la formazione di acidi nel cavo orale, evitando così che lo smalto dei denti possa esserne danneggiato.

Chi ha un’alimentazione ricca in carboidrati e proteine, come ad esempio i culturisti, farà bene ad garantire la giusta quantità di fluoro al proprio organismo, perché sono proprio carboidrati e proteine a sviluppare acidi nel cavo orale.

Tuttavia, il fluoro è uno dei minerali con i quali è bene non esagerare, infatti un eccesso di questo minerale può essere dannoso per il nostro corpo.

Una quantità eccessiva di fluoro nel sangue inibisce l’enzima fosfatasi, responsabile primario del metabolismo delle vitamine.

Sembra inoltre che recenti studi abbiano dimostrato che un apporto eccessivo di fluoro danneggia i tessuti cerebrali.

Alcuni ricorrono all’acqua fluorizzata (cioè addizionata con fluoruro di sodio) per integrare questo minerale nella dieta.

E’ senz’altro un ottimo sistema, ma anche rischioso.

Infatti è molto facile eccedere nelle quantità.

Il metodo più sicuro è una corretta alimentazione.

Il fluoro è contenuto in tracce in quasi tutte le verdure, mentre gli alimenti che più ne sono ricchi sono la carne, il tè, il formaggio e soprattutto i frutti di mare.

Un piccolo appunto per questi ultimi.

Sembra che un ambiente ricco di fluoro favorisca lo sviluppo della salmonella, e infatti i frutti di mare frequentemente vengono contaminati da questo batterio.

Poiché il fluoro non viene danneggiato in cottura, si consiglia di consumare i frutti di mare ben cotti.

Altre alterazioni da eccesso di fluoro possono essere calcificazione delle articolazioni, disfunzionalità renale ed epatica, ritardi nella crescita.

Per contro, conseguenze di una carenza da fluoro possono essere carie e fragilità dentale, ossa doloranti, unghie fragili o, nei casi più gravi, osteoporosi.

Se facciamo ricorso all’acqua fluorizzata, un buon sistema per evitare l’avvelenamento da fluoro è bere molto latte.

Il calcio infatti, che è uno ione positivo, si combina con lo ione negativo del fluoro in eccesso, formando sali inerti che vengono trasportati dal flusso sanguigno ed eliminati.

Poiché gran parte dell’utilità del fluoro sta nella salute dei denti, piuttosto che eccedere con l’alimentazione si consiglia di utilizzare dei dentifrici specifici addizionati con questo minerale. Fatevi consigliare dal dentista di fiducia o dal farmacista.

Infine, chi non deve assolutamente assumere troppo fluoro sono le donne in gravidanza.

E’ infatti statisticamente dimostrato che nelle regioni dove l’acqua d’acquedotto viene addizionata in fluoro vi sia un incidenza maggiore di casi di trisomia 21 (sindrome di down).

Poiché il fluoro viene di solito addizionato come disinfettante in caso di periodi a rischio di inquinamento idrico (siccità, alluvioni) perché è meno aggressivo del cloro e meno odoroso (il cloro ha quel tipico odore di candeggina), se siete in stato interessante e consumate d’abitudine l’acqua del rubinetto, informatevi presso l’acquedotto o eseguite un test (si comprano i kit in farmacia o nei negozi specializzati).

Se il livello è superiore ad 1 ppm (parte per milione), applicate un demineralizzatore e seguite una dieta bilanciata ma ricca di calcio.

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Nome: Layla.Cognome: Benazzi. Età: 37 (effettivi, dichiarati e documentati…). Città: Genova (forever!). Layla Benazzi nasce in quel di Genova nel 1981. Di natali liguri ma di origini emiliane, coltiva da sempre la passione per la scrittura, coltivazione finora rimasta limitata alla scrivania, ma che ultimamente inizia a dare qualche risultato che non sia quello di appesantire il cassetto. A tredici anni, non avendo ancora scoperto la vocazione della penna, decide di fare della scienza il suo lavoro. Studia come perito chimico all’ITIS Gastaldi di Genova, scuola dedicata al primo partigiano d’Italia, e nel frattempo inizia a scrivere, buttando giù in cinque anni di studi circa 10 romanzi, tutti finiti ormai al riciclaggio della carta. A 18 anni inizia a lavorare, prima in un laboratorio ospedaliero e poi in varie aziende del settore farmaceutico, tuttavia la passione per la scrittura non la molla, con il risultato di scrivere altri racconti (tutti con lo stesso destino dei precedenti) con i quali affina (si spera) lo stile. Per quel che riguarda la cucina, non riesce mai a fare delle grandi esperienze (però mangia benissimo) a causa del tempo sempre risicato, ma si specializza almeno nella pasta fresca (quel tanto che basta per non disonorare la regione d’origine) e nella paella di pesce, ad oggi suo piatto forte. A 21 anni l’incontro con Laura Rangoni imprime una decisa svolta alla sua vita, creando una sincera e solida amicizia. Nel frattempo, continua a scrivere, visto che non riesce a cucinare. Attualmente, dopo aver abbandonato il mondo del lavoro dipendente a favore della libera professione, sta lavorando come consulente per la sicurezza delle aziende, e nell’attesa di scrivere qualcosa che non resti nella scrivania (un’altra, perché nel frattempo si è sposata ed ha fatto anche un figlio) ha ri-scoperto il giornalismo gastronomico. Amante della ricerca sul campo, grazie alla natura pignola data dal segno della Vergine, si dedica ad articoli legati all’alimentazione e alla nutrizione, aiutata indubbiamente dagli studi fatti, che la portano ad approfondire gli argomenti soprattutto dal punto di vista della composizione degli alimenti. Alla chiamata di Laura per il NUOVO Cavolo Verde, ha risposto con un garibaldino “obbedisco!”, avendo già da tempo iniziato a contribuire ad altri siti, tra cui il Cavolo ORIGINARIO. Se poi pubblicherà qualcosa, ve lo faremo sapere…
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